Nelle case dei contadini non mancava mai un telaio. Soprattutto
durante l'inverno l'attività delle donne si svolgeva
tra la cucina e il telaio dove si tessevano i panni per tutti
gli usi: dalle vesti alle coperte, dalle lenzuola alle tele
grezze per i sacchi.
I contadini seminavano il lino e la canapa le cui piante, raccolte
e sfibrate durante l'estate, venivano filate e tessute durante
l'inverno.
La semina del lino si faceva nel mese di ottobre. A giugno le
piante venivano estirpate, raccolte in manipoli ("mannelle")
e messe a macerare per quindici giorni. Tolte dall'acqua e fatte
asciugare al sole, le fibre venivano cardate e frantumate.Si
procedeva quindi all'orditura, alla tessitura e alla sbiancatura
della tela.
Lo strofinatoio serviva per separare i semi dagli steli, la
mazzuola e la gramola per rompere la fibra, gli scardassi per
effettuare la pulitura ed eliminare i residui legnosi troppo
corti.
La fibra di lino o di canapa o la stoppa, avvolta alla conocchia,
veniva filata tramite fuso e poi ammassata all'aspo. La matassa
veniva inserita nell'arcolaio e il filo, dipanato, si avvolgeva
ai cannelli e cannellini tramite il filatoio.Da una rastrelliera,
su cui sono disposti i cannelli, i fili venivano allungati sui
pioli dell'orditoio.Due sono i telai messi in funzione, uno
orizzontale e l'altro verticale.
Il telaio è composto da vari pezzi: i due subbi sui quali
si avvolge l'ordito, i licci e i pettini, attraverso i quali
passano i fili, i pedali che consentono l'aprirsi alternato
dell'ordito e lo scorrere della spola al suo interno, la cassa
che avvicina il filo della trama per formare la tela.
La sbiancatura cominciava a casa facendo la "colata"
di cenere, poi veniva continuata al fiume bagnandola e stendendola
al sole ripetutamente.
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